Avete un amico o un parente che ha appena saputo che suo figlio è autistico? Non sapete come aiutarlo e vi sentite inadeguati? Ecco alcuni consigli per potere sciogliere il ghiaccio ed essere di supporto.
1) informatevi per capire quali sono le caratteristiche dell’autismo (oggi ci sono siti di Associazioni di genitori che le spiegano molto bene e semplicemente); in questo modo, quando parlerete con loro potrete fare domande pertinenti e specifiche come “qual è il disturbo sensoriale più evidente di Luca? Luci o rumori?” oppure “vorrei invitarvi a casa per una cena: come possiamo prepararci al meglio per rendere la serata il più possibile prevedibile per Luca?”, invece di vagare nel vuoto di una totale ignoranza (in senso buono, ovviamente), sentendovi a disagio.
2) se potete non lasciate troppo a lungo da sole le persone care, con un peso enorme da portare; invitateli a fare una gita insieme, ad andarli a trovare o a mangiare una pizza; se ne avete la possibilità offritevi di risolvere piccoli problemi pratici (“ti accompagno io, così non devi guidare e ti posso lasciare davanti allo studio medico se non troviamo parcheggio…” oppure ” vado a fare la spesa, ti serve il latte?” ecc…); in questo modo, specie all’inizio, possono dedicare tutte le loro energie ed attenzioni ad imparare strategie pratiche per aiutare i loro figli ad affrontare situazioni ed ambienti nuovi, suoni e luci diverse dal solito ecc..
3) preparatevi a momenti di imbarazzo, disagio, difficoltà che inevitabilmente ci saranno: il bambino potrà correre per la vostra casa e, maldestramente, fare cadere un vaso o una lampada; potrà avere una crisi comportamentale e urlare tappandosi le orecchie; potrà anche spaventarvi se lo vedrete darsi ripetuti pugni in testa, senza motivo apparente, con le sue piccole manine…Se siete preparati al peggio, di fronte a questi momenti riuscirete a tenere sotto controllo le vostre emozioni; prevarrà il desiderio di essere di supporto al vostro caro e apparirete calmi, sereni ed equilibrati (mentre lui o lei saranno scossi, turbati, tristi, a disagio e in imbarazzo…); questo permetterà a vostro fratello, alla vostra amica o collega di concentrarsi su come mettere in atto le strategie imparate per risolvere le crisi, senza essere distratti dall’idea di doversi prima prendere cura di voi.
4) Non improvvisate, se non siete in qualche modo formati; chiedete semplicemente: “come posso aiutarti? Dimmi cosa posso fare…”
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